Jurassic World regia di Colin Trevorrow
Sci-FiVentidue anni dopo gli eventi di Jurassic Park, Isla Nublar dispone di un parco a tema di dinosauri completamente rifatto che calamita milioni di turisti: il Jurassic World, proprio come il sogno originale dell'ormai deceduto magnate John Hammond, costruito sui resti del parco originale. L'apertura ufficiale è avvenuta nel 2005 con ben 98.120 visitatori nel primo mese.
Il parco non è gestito più dalla InGen, ma dalla Masrani Corporation, che acquistò la suddetta società nel 1998. Tra i membri dello staff del parco, Owen è colui che conduce ricerche comportamentali sui Velociraptor.
Passati alcuni anni dall'apertura, il numero di turisti in visita al Jurassic World inizia a calare: dopo un iniziale interesse suscitato a livello globale e una conseguente affluenza da record per i primi anni, il mondo si è abituato all'esistenza di un parco in cui i dinosauri vivono e possono essere ammirati, nessuno ne ha paura e il parco è diventato sempre meno interessante per il pubblico.
Nel 2015, dieci anni dopo l'apertura del Jurassic World, per rimediare al calo di turisti e attrarre nuovamente l'attenzione del pubblico, gli scienziati creano l'Indominus rex, un dinosauro ibrido frutto di ingegneria genetica, combinando DNA di diversi dinosauri. Questo nuovo predatore sfuggirà al controllo dei gestori del parco con terribili incidenti e gravi ripercussioni sia sui visitatori che sugli animali dell'isola.
Dopo una spasmodica attesa per gli appassionati della saga e non solo, arriva nelle sale Jurassic World, il quarto capitolo e reboot del mondo ideato da Michael Crichton e magistralmente messo in scena da Steven Spielberg negli - ormai vintage - anni Novanta.
Il nuovo film considera ufficialmente come avvenuti solo gli eventi che hanno avuto luogo in Jurassic Park e non nei capitoli successivi, dai quali però in realtà il film riprende non pochi elementi e suggestioni, escludendo i momenti di vero e proprio - un po' compiaciuto - citazionismo.
Jurassic World è un blockbuster nel complesso ben costruito e ben miscelato nei suoi ingredienti così eterogenei. Si tratta di un mix potenzialmente pericoloso sia per l'accostamento tra vecchio e nuovo, tra fedeltà all'originale e innesti, sia per il possibile “rigetto” che i sequel di cult così amati rischiano sempre di causare. Nonostante non si raggiungano le vette recitative e di verosimiglianza dei mitici attori e personaggi del passato, Jurassic World sembra cavarsela discretamente per quanto riguarda la caratterizzazione delle nuove figure che popolano il parco. Discorso simile può essere fatto per l'effetto meraviglia nei confronti di questo mondo eccezionale, megalitico ed esotico che ben contrasta con l'atmosfera natalizia casalinga della cornice iniziale, più “spielbergesca” che mai.
Gli autori e realizzatori del film pongono delle buone premesse e basi al film, che nei primi due terzi risulta parecchio convincente, ma lo stesso non si può dire dell'ultima parte e dei cali di tensione che ogni tanto fanno capolino. Se Jurassic World ha un difetto è proprio da riscontrare nella questione tensione, quando invece dialoghi e scene sono ben scritti e ben realizzati, in particolar modo nella prima parte.
Sembrerà quasi che quando il gioco cominci a farsi davvero duro, i duri non vogliano cominciare a giocare e allora assistiamo a volte ad una sorta di perdita del punto di vista da parte della macchina da presa, apparentemente indecisa sul cosa seguire, chi seguire in ordine di importanza e fino a quando farlo e perché. Un'incertezza che in realtà si può percepire fin dall'inizio negli ampi spazi in CGI del parco, ma che si aggrava nei momenti d'azione della pellicola, che a quel punto tende a “buttarla in caciara”, a non giocare serio ma a crogiolarsi narcisisticamente in citazionismo e quasi parodia o gioco. Ciò che manca effettivamente forse è la sensazione di pericolo, quella tensione data da un sapiente tocco di regia e montaggio che Spielberg e il suo incredibile team sapevano dare con effetto molto naturale e immediato, necessario e unico.
Ci si chiede se il “buttarla in caciara” sia un po' un tirarsi indietro di fronte ai grandi maestri, se sia un furbetto adeguamento allo spirito indie e nerd dei nostri tempi che premia chi manca volontariamente di serietà e verosimiglianza nell'approccio, compensando poi in altri modi per farsi amare dal pubblico. Per il disastro che sarebbe potuto diventare, in ogni caso Jurassic World è un buon film, gradevole e che si lascia guardare molto piacevolmente. La pellicola ha il pregio di essere anche ben tematizzata per quanto riguarda gli aspetti della bestialità e del controllo, estremamente presenti e ben affrontati nella prima parte (purtroppo per la questione addestramento raptors non si può dire certo la stessa cosa). Sono molte le idee estremamente interessanti visive e concettuali, soprattutto per quanto riguarda la struttura del parco e la sua simbologia di sfruttamento capitalistico, peccato giusto che forse l'idea e trama genetista che si cavalca non sia tra le più originali e forse non è un caso che necessiti a un certo punto un'altrettanto non originale piega che ricorda l'ultimo Godzilla.
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