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7/10

Lesbian Vampire Killers regia di Phil Claydon

Commedia
recensione di Federico Sargatti

Mentre tutte le donne della ridente cittadina di campagna Welsh vengono morse e rese schiave da un manipolo di vampire lesbiche risvegliate grazie ad un'antica maledizione, la popolazione maschile congiunge le proprie speranza in una coppia di due giovani smidollati, inviati come sacrificio nella brughiera. 

Kitsch? Trash? Immorale? Puttanata? O forse un’idea tutto sommato geniale? Provo a indovinare: se siete una donna sarete senz’altro già tendenti verso il parere alquanto negativo. Se siete pure femministe sicuramente avrete già cominciato a cercare i responsabili del film e a lettura conclusa cercherete invano di rintracciare il sottoscritto per linciarlo (vi saluto molto affettuosamente dal mio bunker!).

Se siete un uomo non state probabilmente neanche leggendo questa recensione e in questo momento state sbavando guardando il trailer, oppure vi siete decisi a leggere in preda a crisi ormonali irrefrenabili per capire se davvero stiamo parlando di un porno oppure no. In effetti no, non è un porno, per quello in effetti mi sembra che abbia già dato Selene qualche tempo fa, lascio a voi il compito di rintracciare ulteriori informazioni. Siamo invece di fronte a quella che poteva essere senz’altro una puttanata di dimensioni abissali, di quei film che guardi senza troppe pretese con gli amici sbarbatelli a casa bevendo birre annacquate e mangiucchiando pop corn insipidi.

Eppure nonostante l’aspetto da B-Movie cazzerellone Lesbian Vampire Killers è un’opera che presenta ottimi spunti generali, e soprattutto sembra un altro di quei film che non sarebbero esistiti senza l’imprescindibile L’alba dei morti dementi. L’andatura strafottente con cui si ironizza sul genere horror non è infatti abbastanza demenziale da farne una parodia stile Scary Movie, mentre gli ovvi elementi assai poco seriosi aggiungono quegli spunti da commedia che bastano per svuotare il film di ogni reale contenuto spaventevole.

A dirla tutta le vampire lesbiche assomigliano molto come idea ai nazisti zombie di Dead Snow: è la ricerca del collegamento assurdo, evidentemente oltre ogni possibile facciata di verosimiglianza, sia pure nel regno del sovrannaturale. Naturalmente la differenza in questo caso è l’aggiunta dell’elemento erotico-femminile, con donnine giovani e perennemente semi-nude che non fanno altro che sbandierare cosce, seni e baci lesbo per tutto il tempo. Una commistione di elementi volutamente stracarica che fa tornare in mente certe logiche del blaxploitation, se non fosse che qui di neri non c’è traccia, anche perché siamo nella ridente Inghilterra, con un manipolo di personaggi bianchi fino al midollo e dediti ad un unico pensiero: sballarsi e scopare.

Tale soprattutto è il personaggio di Fletch (James Corden), vero valore aggiunto del film, con le sue battute mordaci e la sua presenza scenica eccezionale. Tutto il contrario dell’amico Jimmy (Mathew Horne), fin troppo compassato anche al di là del ruolo di bravo ragazzo impostogli da Claydon. A parte i due protagonisti il resto dei personaggi è una serie perfetta di caricature viventi, dotati di una caratterizzazione psicologica pari a zero.

Tra citazioni e omaggi vari a Sam Raimi (vedere il Necronomicon de La casa) e soprattutto alla serie infinita di film vampireschi bisogna anche dare atto a Phil Claydon di essere riuscito a costruire uno stile vivace, giovanile, accattivante e sempre pronto a dare la scossa, mai banale o piatto. In questo senso Claydon si pone sulla stessa scia di altre ottime promesse come Ruben Fleischer (Zombieland), Mark Neveldine e Brian Taylor (Crank e Crank high voltage) oltre ai già citati Tommy Wirkola (Dead Snow), Gareth Carrivick (Frequently asked questions about time travel), Edgar Wright e Simon Pegg (L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz). Insomma non abbiamo proprio di che lamentarci dopotutto.

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