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4/10

I Cavalieri dello Zodiaco - La Leggenda del Grande Tempio regia di Keiichi Sato

Animazione
recensione di Fabio Secchi Frau

La vita della giovane Isabel è messa in serio pericolo dl Gran Sacerdote che, deciso più che mai a spodestarla e ad accentrare tutto il potere del Grande Tempio su di lui, tenta di eliminarla. Ma i Sacri Guerrieri di Bronzo sono pronti a difenderla e a dare battaglia ai Sacri Guerrieri d'Oro all'interno delle loro Dodici Case.

Come ai vecchi tempi… o no? È la domanda che attraversa I Cavalieri dello Zodiaco – La leggenda del Grande Tempio, sesto lungometraggio di animazione basato su questa saga, legata al franchising di anime e manga I Cavalieri dello Zodiaco.

Ad alta definizione e CGI, prodotto dalla Toei Animation, distribuito in Italia dalla Lucky Red, è decisamente un prodotto problematico e indeciso tra la dimensione frammentata e catodica di ventidue minuti di televisione e le esigenze più lineari di un lungometraggio, tra lo spirito fraterno e il perfezionamento individuale dell’originale.

Gli anni passano, i fans aumentano e il mito di Pegasus e della sua lotta, per il raggiungimento di un elenco ben preciso di sensi che avrebbero accresciuto la sua aurea, minacciano di diventare fuori età.

Fiorito come un nipponico anime a puntate per i tanti telespettatori bambini di Italia 1, I Cavalieri dello Zodiaco divenne, lungo tutti gli anni novanta, un fenomeno di massa, anche grazie alle numerose repliche date fino alla nausea da Mediaset. Ed è a quell’idea un po’ generica (spesso molto poco d’azione e più filosofica) di pubblico medio che Keiichi Sato e la Toei Animation, sembrano aver pensato per questo re-boot avventuroso, confortando il pubblico con un happy ending, in cui tutto trova una soluzione. Come da copione, infatti, i nostri eroi continueranno a torreggiare sulla ionica architettura del Grande Tempio, all’interno di una dimensione iperbolica e favolistica che, nell’originale viene meno e, talvolta per crudeltà di immagini e per riferimenti sessuali, è saldamente con i piedi per terra.

Senza spessore, background e senza alcuna differenza facciale i personaggi (e allora a che pro l’animazione digitale, se ai protagonisti si discostano gli uni dagli altri solo per l’ottimo doppiaggio e il colore dei capelli?). Andromeda, dai corti capelli verdi, è meno androgino dell’originale e non ha più alcuna problematica relazione con il fratello più aggressivo Phoenix. Cristal sembra abbia dimenticato una volta per tutte il suo doloro passato, mentre Sirio diventa il meno meditabondo fra i Cavalieri. E non convince nemmeno un’inedita Lady Isabel dal capello corto e più adolescenziale, attorno alla quale tutto ruota, perché costantemente in pericolo.

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