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R Recensione

10/10

La Madre regia di Vsevolod Pudovkin

Drammatico
recensione di Enzo Barbato

Un interessante scorcio della russia zarista verso il declino raccontato dal coraggio di una madre che perde i suoi cari continuando a combattere fino all'estrema pulsione vitale per sostenere la rivoluzione. A costo di ogni sacrificio.

1905. Russia dei dragoni. Ciminiere e campi a perdita d’occhio. Vlasov, operaio e alcolizzato. Mio figlio Pavel dorme e mia moglie spera che passi presto la sera per ingannare il giorno che inesorabilmente verrà.

Con la scusa di regolare l’orologio perfettamente in orario, voglio provare a trafugare il ferro da stiro appeso ai pendoli danneggiati. Ci riesco ma con la forza e l’opposizione di mia moglie che costringo a farle guadagnare il pavimento con una spinta. Pavel mi attacca e la difende. È troppo più agile di me, non riuscirei ad affrontarlo a bastonate. Sono troppo logorato dall’alcol ed è meglio che vada al dopolavoro per continuare a logorarmi. Un tripudio di fisarmoniche e organetti stonati appesantisce l’aria già paonazza del dopolavoro. Come disse quel re? “Il mio regno per un cavallo!”. Io sono costretto ad elemosinare “Il mio ferro da stiro per un bicchiere di vodka!”. Un altro.

Mentre si canta per dimenticare quelli del movimento rivoluzionario stanno organizzando l’offensiva contro i bastardi zaristi, a cominciare dalla fabbrica. Di sicuro verranno a chiedermi di guidare la sommossa. Sono forte come un toro quando non bevo. Infatti ho accettato. In cambio mi hanno offerto una vodka, anche se quella carogna del barista si è tenuto il ferro da stiro. Pavel intanto ha nascosto delle armi sotto una tavola sconnessa del pavimento. Serviranno per la rivoluzione. Purtroppo però qualcuno ha visto e qualcuno ha parlato. In fabbrica, durante gli scontri mi hanno ucciso con un colpo di pistola. Quando mi hanno portato a braccia a casa, mia moglie, forse se lo aspettava anche se non riusciva a capacitarsi del motivo che mi aveva spinto a lottare. Mi hanno preparato un letto, un sudario, una candela. Qualche donna mi piange. Pavel! Ora dovrai occuparti di tua madre e della Rivoluzione. Prendi le redini figlio mio! Il Compagno Lenin ha detto che dobbiamo scendere in piazza con la falce e il martello!

La polizia zarista non ha pietà di un operaio alcolizzato morto per la libertà. L’informatore ha detto che le armi le ha Pavel e quindi si va a controllare. Il colonnello mi suggerisce di parlare ma non sono una spia. Mia madre è preoccupata e il suo cuore prega per farmi rivelare tutto. “Figlio mio! Accontentali e togliti di mezzo a questa storia! Le armi sono qui colonnello! Gliele consegno io!” Il cuore di madre è così anche se spesso va in contrasto con quello del figlio. Mi arrestano e mi processano con uno straccio di difesa che vale meno di una puledra. La puttana di regime con l’occhialino da teatro è più interessata al fascino del pubblico ministero che ad una madre dilaniata dalla fatica, vedova a freddo e un figlio con un piede nella fossa. Mi condannano ai lavori forzati, figuriamoci. Cos’è la giustizia? Mamma, ti perdono ma ora tocca a te scendere in piazza a lottare per la libertà.

Mamma! I compagni verranno a liberarmi. Il giorno della rivoluzione è vicino e hanno preparato un piano per la mia evasione. Stai tranquilla che lotteremo insieme! Compagni dai campi e dalle officine, prendiamo la falce e portiamo il martello, scendiamo giù in piazza e lottiamo con quello, scendiamo giù in piazza e affossiamo il sistema!

Purtroppo anch’io mi becco una pallottola e riesco solo a guadagnare il terreno. Quello che mi ricoprirà. Mamma! Mescola il mio sangue con questo fango! Il fango di questa terra da salvare, questa terra da far rinascere! Afferra la bandiera rossa e squarcia il cielo della nostra amata Terra!

Madre Russia, ti ho dato un marito e ora anche l’unico mio figlio. Ho poche lacrime da sfruttare prima che la lama dello zar spezzi la mia povera vita. Fà che questa bandiera rossa possa trionfare e che non cada in mano al tiranno. Con le mie forze posso fare solo questo. Ti prego, portami via con te!

Madre Russia è diventata sorda troppo presto. Anche cieca. Lenin ha vissuto poco e Trockij è stato eliminato. La figlia è stata stuprata dal tiranno…

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